VITE DA PANDEMIA
Un evento inaspettato di proporzioni colossali. L'Italia si ferma. Il cuore delle città non batte più.
Gli Italiani si sentono improvvisamente proiettati in una nuova dimensione, in un universo mai immaginato se non in qualche film apocalittico.
È il lockdown. Dopo un periodo di sbandamento iniziale, ci si rende conto che il mondo è cambiato e che l’orizzonte non ha più i tratti ben delineati.
I fortunati che non sono distanti geograficamente riscoprono gli affetti nelle case, ma molte famiglie rimangono divise.
Tutti cercano di lottare contro un pericolo che non si vede e che proprio per questo crea angoscia.
Ognuno nel suo piccolo reagisce, cerca nuovamente la condivisione di una volta, non quella fittizia su larga
scala dei social, ma quella vera, quella del focolare domestico, della persona che abita alla porta accanto.
E gradualmente ci si affaccia dai balconi, suonando o semplicemente parlando, per riscoprire una comunità che ormai esisteva da anni soltanto nel virtuale.
Superato il periodo della crisi, l'Italia si sbraccia, come in un dopoguerra.
Si ritorna ad una parziale normalità, che tuttavia non è più "normale" nel senso abituale del termine, ma semplicemente “nuova”.
Dopo tre mesi si ripopolano le strade. Molti escono molto più frequentemente rispetto a prima per recuperare
il tempo perduto, segno che c'è voglia di ricominciare a vivere il mondo per come lo conoscevamo.
Il rientro al lavoro permette di non pensare troppo al passato e alla situazione esterna, è una sorta
di isola felice, di "turris eburnea" dove chiudersi e riprendere quei contatti umani, a cui si era abituati, seppur con nuove modalità, quali l'uso della mascherina e dei guanti. Si incontrano gli eroi, quelli della vita di tutti i giorni, ovvero i medici e gli infermieri, che assieme a tutto il personale sanitario
tanto si sono prodigati in questa dura battaglia per salvare vite umane.
Le attività pian piano cominciano a prendere respiro.
Alcune di esse, che avevano chiuso per la crisi, riaprono i battenti. Una nuova fiducia si intravede nello sguardo di chi
non ha più naso e bocca perché nascosti da un pezzo di stoffa.
È l'Italia che riparte, che va in chiesa per celebrare la gioia di una nuova famiglia o per dare l'estremo saluto ai propri cari.
È questa Italia, quella che si risveglia in un mondo ormai cambiato e che va alla ricerca di una presunta normalità, quella documentata
dal fotografo Marcello Tramandoni, che ha immortalato con il suo obiettivo gli scatti più significativi dei momenti di vita, eternandoli al ricordo dei posteri.
La scelta del colore, rispetto al bianco e nero, si deve interpretare come ritorno alla luce e alla vivezza del mondo
dopo i giorni bui segnati dalla chiusura casalinga e dalle bruttissime notizie dei morti.
E così, scatto dopo scatto, si dipana, come un film, quella vita a cui coscientemente gli italiani avevano rinunziato per tanto tempo.
Maurizio Vento